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A Torino una nuova food start-up

A Torino arriva una nuova food start-up italiana, la spesa diventa “social” e si fa in Alveare. Si tratta di un nuovo modello di spesa che coniuga tecnologia, rapporto diretto tra produttori e consumatori, spesa a km zero, socialità e conoscenza degli alimenti tipici del proprio territorio. Il progetto L’Alveare che dice Sì! è arrivato anche in Italia, dopo il successo ottenuto in Francia con “ La Ruche qui dit Oui!”,  grazie all’intuito di 3 giovani torinesi che hanno dato vita a questa start-up. Ma come funziona ?

I consumatori interessati si registrano sul sito www.alvearechedicesi.it per fare la spesa online, acquistando i prodotti che si desiderano (frutta, verdura, carne, miele, formaggi, vino, ecc..) messi in vendita dai produttori locali che fanno parte del network. Una volta a settimana viene organizzata la distribuzione nell’ ”alveare” di zona, un bar, un ristorante, un’associazione del territorio che mette a disposizione i propri spazi. Il momento di ritiro della spesa si trasforma in un’occasione di relazione, contatto diretto e momento di convivialità dove i produttori possono far conoscere il loro lavoro e la loro realtà. Il gestore dell’Alveare si occupa non solo di pianificare la consegna dei prodotti ma organizza eventi, aperitivi e visite guidate nelle aziende agricole dei produttori per creare un vero network di relazione e conoscenza diretta.

Ecco cosa ci racconta Claudia Bonati tra i fondatori del progetto.

1) com’è nata l’idea di portare L’Alveare che dice Sì! a Torino? 

L’idea è nata da un comune interessamento per la buona alimentazione, uno dei ragazzi del nostro team lavora e vive a Parigi e , frequentando settimanalmente la Ruche del suo quartiere, ha pensato che con l’interessamento sempre più frequente della popolazione italiana ad una corretta e sana alimentazione, sarebbe stato bello importare un progetto così valido.

2) la città come sta reagendo a questa nuova modalità di spesa?
Nonostante inizialmente ci fossero alcune resistenze dovute dal fatto che non è comune acquistare alimenti da un sito internet, i quartieri si stanno abituando sempre più facilmente a fare la spesa nei nostri alveari.
Le continue facilitazioni date dall’aggiornamento del portale sulla base dei feedback degli utenti, aiutano ad avere piano piano un sito sempre più fatto su misura dei nostri membri.
È inoltre molto importante la relazione che si instaura tra i clienti, i produttori ed i gestori degli Alveari. Il rapporto di fiducia reciproca è alla base del nostro progetto e, sempre più spesso, si creano relazioni che rendono ancora più piacevole acquistare all’ interno dell’Alveare del quartiere.

3) quali sono le potenzialità di questo progetto?

Lavoriamo su vari punti importanti per il territorio italiano. Fondamentalmente il progetto permette di aiutare le piccole e medie aziende agricole a vendere i loro prodotti ad un parco clienti che non avrebbero mai raggiunto in un altro modo e ai gestori di avere un introito generato non solo dagli acquisti nel loro Alveare ma anche dalla fidelizzazioni dei nuovi clienti.
Se si parla di piccole attività ristorative (bar e pub), i membri dell’Alveare tendono a diventare buoni clienti, visto che l’Alveare è un progetto di prossimità e chi acquista ha la tendenza ad abitare a non meno di 15 minuti dal punto di distribuzione, se invece l’Alveare è situato in un’associazione culturale o che si occupa di temi sociali (disabilità, formazione per gli anziani ecc.), l’Alveare che dice sì è un’ottima sponsorizzazione per gli eventi e l’introitopuò essere investito nella crescita dell’associazione stessa.
Insomma, L’Alveare è un nuovo modo per fare network e creare contatti, imparare nuove cose sul mondo dell’alimentazione e soprattutto fare la spesa felici. Conviene a tutti!

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